artisti di Arte Citta' Amica
  Michele De Stefano
  Mail:  michele@micheledestefano.it
  Sito Web:  http://www.micheledestefano.it/
Pittore
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Michele De Stefano è nato a Spinazzola (Bari) nel 1945, risiede a Torino.
Ha frequentato la Libera Accademia di Torino diretta dal Prof. Giacomo Soffiantino.
Per diversi anni ha frequentato lo studio del Prof. Sergio Albano.
Inizia l'attività pittorica nel 1971.
E' presente alla Mostra Sociale della "Promotrice delle Belle Arti" di Torino dal 1985.
E' socio del "Piemonte Artistico e Culturale".

Da almeno un decennio la pittura di Michele De Stefano si è assestata su un livello stabile e coerente con la sua personalità, che è più complessa di quanto all'apparenza potrebbe sembrare. Oggi, a cinquantacinque anni, nella piena maturità del suo fervido operare, De Stefano vorrebbe cominciare a tirare le somme: si pone delle domande cui non riesce a dare risposte. Nasce in lui quel giustificato risentimento che un artista autentico ed entusiasta sente quando una parte del mondo sembra ignorarlo. Non certo quella dei collezionisti, di chi rimane conquistato, vorrei dire "folgorato", dai suoi colori smaglianti, disposti secondo l'aurea legge dei complementari, ma da un certo "milieu" cittadino che non si può neppure definire di critici d'arte (che più non esistono) ne di galleristi (che più non esistono). Michele, nella sua ingenuità, crede che esistano ancora, e perciò ha questa sensazione di essere stato trascurato per misteriosi motivi. Facciamogli capire che questo risentimento, nel suo caso di pittore autentico e contro corrente, è immotivato e inutile, perché nello snobismo e mercantilismo imperante, unito a una totale incapacità delle strutture al potere di sentire la pittura, non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso. Inoltre, anche l'arte, come tutto oggi, è gestita in modo mafioso: bisogna far parte di un gruppo, di una cordata. De Stefano si arrampica in parete da solo, spinto dall'entusiasmo della bellezza della natura e di come essa possa esser tradotta con i pennelli e i colori. Egli dovrebbe essere grato a Dio per la gioia che gli procura questo lavoro affrontato con tanto amore e per i risultati che tanta soddisfazione gli danno, e non solo a lui. Egli è un post-impressionista, che ha in Van Gogh il nume tutelare. Basterebbe questo a spiazzarlo, perché scegliere Van Gogh come Maestro non è considerato "chic" dall'intellighenzia locale e provinciale. Eppure, Van Gogh rimane il più grande pittore della modernità. E allora, quale migliore guida si potrebbe scegliere? Dicevo di questo livello costante raggiunto da De Stefano negli ultimi anni, ma devo anche precisare che la lunga esperienza lo porta a progredire ogni anno nell' autocoscienza e nella sicurezza delle scelte, calibrate con quanto lui ha imparato, in tanti anni di pittura, di sé e delle sue capacità. Che sono grandi a livello istintivo e si attenuano là dove il pittore oscura il suo istinto con ragionamenti. De Stefano, che ha dipinto anche delle "Venezie" molto interessanti, specialmente nei notturni, rimane il pittore della risaia e delle campagne intorno a Torino, con roggie e case, ma specialmente con campi di riso e di grano. In questi quadri, dove egli rende ammirevole omaggio a Van Gogh, egli trova il suo meglio e crea opere fatte per dare gioia. Vi è talora nelle sue opere "vangoghiane" un certo citazionismo che va considerato in senso positivo. E' infatti un tocco di moderno concettualismo che non nuoce e non infastidisce. D'altronde, non si deve assolutamente pensare a De Stefano come ad un "copista": il suo primo riferimento sono i luoghi reali, in particolare la campagna intorno a Fontanetto Po. Il suo rapporto primario è con la realtà naturale che lo ha colpito e ha fatto scattare in lui l'ispirazione. Il pittore Beppe Avvanziono, nel suo amore per Van Gogh, si spinge a dipingere nei campi che circondano Arles; De Stefano trova i suoi Van Gogh tra Crescentino e Bàlzola, nel parco del Valentino, ai Murazzi. Altri pittori si trovano filtrati nelle opere di Michele De Stefano: per esempio Utrillo, Vallotton, De Chirico, ma sempre in maniera inconscia perché questo pittore non ha nulla di intellettuale, predisposto, voluto. Egli punta al colore, a come farlo risaltare al massimo, accostando il giallo al violetto, il blu all'arancione, il rosso al verde. Perciò il primo impatto con i suoi dipinti è di autentica meraviglia, specialmente se visti accostati gli uni agli altri: una vera festa per gli occhi. A parte la nuova lunga serie di risaie, grandi e piccole, tra i quadri che ho visto nel suo nuovo studio di via Santhià, mi hanno colpito in modo particolare la "Campagna toscana con quattro cipressi" e il "Po ai Murazzi di notte" , e mi auguro che li si possano ammirare anche in una futura mostra. Michele De Stefano: tra i pochissimi pittori torinesi i cui quadri mi piace tenere nel mio studio, guardarli e goderli, come ai vecchi tempi in cui esisteva la Pittura. E un grazie a De Stefano, per continuare a farla vivere. Torino, giugno 2001 Beppi Zancan